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More than three times more road accidents in Albania, compared to Western and Central Europe
10 December 2013 | 15:08 | FOCUS News Agency
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Tirana. The number of road accidents in Albania is
more than three times higher than the number in Western and Central
Europe. This is what Boris Miska, expert from the National Institute of
Public Health, said for Albanian newspaper Gazeta Shqiptare, Macedonian
TV channel
Sitel reported.
“According to official data, 315 people die in Albania as a result of
road accidents, each year, while hundreds are injured and many remain
handicapped. Unfortunately, the number of victims is growing each year. A
total of 1,104 serious road accidents with 155 deaths have been
reported, for the first six months of 2013, alone,” Mr Miska explained.
Analiza di CARLO BOLLINO
10 Dhjetor 2013 - 07:41
Lettera ad un collega italiano
I pirati demodè
Buongiorno Alessio,
ti scrivo da collega
italiano a collega italiano. Le nostre storie professionali sono
diversissime, come lo sono le ragioni per cui io 21 anni fa, e tu
adesso, ci siamo ritrovati a fare giornalismo in Albania. Ti scrivo
oggi ma con un senso di colpa, perché forse avrei dovuto farlo qualche
mese fa appena tu arrivasti, per spiegarti qualcosa in più di questa
terra. E' tradizone farlo tra colleghi, soprattutto quando uno nuovo
arriva in un luogo che i "veterani" coprono da tempo: una specie di
briefing professionale per evitare qualche gaffe e i soliti luoghi
comuni.
Il primo luogo comune nel quale sei inciampato nei tuoi primi
giorni a Tirana ma che mi pare non tia sia ancora stato chiarito, è che
l'Albania di oggi non è quella che tu immagini, e che risale ormai a
molti, molti, anni fa. Fino a metà degli anni '90 è vero che gli
albanesi guardavano alla televisione italiana come ad un modello: ancora
prima, durante il regime comunista, rischiavano addirittura l'arresto
quando muniti di "kanoce" (una specie di lattina trasformata in
ricevitore d'antenna) adattavano i televisori albanesi per captare le
stazioni italiane e jugoslave, che i tecnici di regime avevano invece
disattivato. Il luogo comune della stampa italiana sui primi dolorosi
sbarchi sulle coste pugliesi (tra il 1992 e il 1993) era esattamente
questo: gli albanesi sbarcavano da noi credendo che l'italia fosse come
"Colpo grosso". Ecco, a sentirti parlare oggi con gli stessi argomenti ,
mi sembri sinceramente fuori dal tempo.
Il fenomeno della
clandestinità verso l'Italia (tragico capitolo nella storia tra i nostri
due paesi costato la vta a migliaia di albanesi) è fortunatamente
concluso dal 2001,anche se in verità sono stati necessari alcuni anni
prima che il luogo comune "albanese-gommone" sulla stampa italiana
venisse finalmente superato . Nel sentirti rievocare questo stesso
argomento l'altra sera con i sottotitoli in albanese, mi sembravi
dentro una macchina del tempo ferma a 20 anni prima. Un pezzo da teca
d'archivio. Tu mi dirai: è stata Luciana Littizzetto a parlare di
gommone e tu anzi la criticavi per questo. A dire il vero in quella
brevissima gag tasmessa su Rai Tre, eri tu ad essere indicato come
l'emigrante eventualmente partito col gommone verso l'Albania, e non il
contrario: e in fondo era la metafora perfetta, sia pur resa grottesca
dalla satira, di quel che sta effettivamente accadendo, con noi italiani
che a parti invertite emigriamo in Albania per cercare lavoro.
Tu
fingi di scandalizzarti sul luogo comune evocato dalla Littizzetto, ma
ne rilanci uno anche peggiore: come mai i giornalisti albanesi, chiedevi
ai tuoi interlocutori in studio, e come mai l'opinione pubblica
albanese, non hanno solidarizzato con te che hai avuto l'idea di
"rubare" qualche format televisivo italiano e lo hai importato in
Albania? "Dovrebbero esserne orgogliosi" hai provato a spiegare, perché
finalmente possono vedere in patria quello che fino a ieri dovevano
spiare in Italia. Ecco, a sentirti trattare questo argomento oggi,
nell'anno 2013, mi sembri fuori dal tempo in modo addirittura
imbarazzante. I format televisivi sono stati "rubati" in Albania
(qualche volta rubati, qualche volta solo imitati) già molti molti anni
fa, quindi come dire sei arrivato ultimo tra gli ultimi. Ma anche
questo è un fenomeno ormai vecchio, finito dal 2005, quando in Albania
il parlamento ha adottato una legge sui diritti d'autore. Prima di
allora si faceva esattamente come oggi fai tu, ma con 8 anni di ritardo.
Insomma non sei un pioniere, tanto meno un benefattore.
Alla fine
ammetti: «Diciamo le cose come stanno allora: abbiamo copiato lo studio
di 2-3 anni fa. Comunque se ritengono che dobbiamo pagare qualcosa ne
parliamo». E' come se un ladro sorpreso con l'auto rubata, risponda al
proprietario: ok, è tua, dimmi quanto vuoi che te la pago. E se per caso
lui non intendesse venderla? L'arroganza del denaro che genera
impunità, è un'altra vecchia piaga in questo paese: non fartene
portavoce.
Tu dici: «Guarda che qui non inventa niente nessuno». Non è
più vero: quello che ancora oggi si trasmette in molte televisioni in
formato copy/paste è in gran parte nato in quegli anni di pirateria
dilagante. Da allora in poi ci sono tantissime televisioni (ne esistono
94 in tutto il paese che trasmettono in segnale analogico) che inventano
e producono programmi e formati. E chi proprio non ha idee nuove i
format da anni ormai li compra all'estero pagandoli centinaia di
migliaia di euro. Come si comprano i diritti per le partite dei
campionati di tutto il mondo, come si pagano i diritti d'autore sulle
canzoni, come si acquistano i diritti su film, documentari e persino
sulla Formula Uno, con fatture da molti milioni di euro pagate ogni anno
dagli imprenditori albanesi. Se poi qualche pirata insiste a piratare, è
illegale. Punto.
Tu non conosci questo paese e si vede quando
ritieni che ci sia ancora qualche albanese che oggi, nell'anno 2013,
sogni con la "kanoce" in mano di spiare immagini dalle televisioni
all'estero. No Alessio. Oggi in Albania persino i cartoni animati sono
doppiati in lingua albanese, ci sono 70 canali digitali in lingua
albanese con documentari e film trasmessi nella lingua madre, con i
diritti regolamente pagati. Anche per questo vedere oggi il tuo canale
ricchissimo di soldi ma finora povero di idee che invece costringe gli
albanesi a parlare in italiano, mi sembra frutto di una cultura
neocolonialista vecchissima anch'essa. Paragonabile a quella di un
grosso imprenditore straniero che gestisce qui una fabbrica i cui camini
inodano di fumi cancerogeni le città intorno. E alla domanda di un
giornalista sul perchè non adotti misure antinqinamento, ha risposto:
"Lei sa quanto costa un filtro? Se avessi dovuto installare i filtri
sarei rimasto a fare impresa a casa mia".
Gli albanesi aprono le
porte agli imprenditori stranieri perché continuano a credere che i loro
capitali sommati al loro know-how costituiscano valori ancora
necessari alla crescita del paese. L'Albania invece non ha più bisogno
di quella imprenditoria furba e un po' pirata che approdò qui nei primi
anni '90, ottenendo (talvolta illegalmente) privilegi, contratti e
concessioni che poi non si sono mai tramutati in benessere per gli
albanesi. Quei tempi sono passati, gli albanesi sono cresciuti e alcuni
sono diventati a loro volta pirati. Tutti insieme dobbiamo combattere
quelli che già ci sono, non abbiamo bisogno di accoglierne di nuovi .
carlobollino@hotmail.com
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