Nell'ultimo giorno del 2020 il gas estratto nel giacimento di Shah Deniz II, in Azerbaigian, è iniziato a fluire fisicamente lungo il gasdotto Trans Adriatic Pipeline. L'infrastruttura trasporta il gas azero fino a Melendugno, in Puglia, dove i tubi della Tap si collegano con la rete italiana.
Dopo anni di proteste e controversie giudiziarie oggi per la prima volta il gas estratto nel giacimento di Shah Deniz II, in Azerbaigian, è arrivato al terminale di interconnessione di San Foca di Melendugno, in Puglia, attraverso il gasdotto Trans Adriatic Pipeline.
Lo scorso 15 novembre la multinazionale Tap ha avviato le operazioni commerciali lungo l’infrastruttura che si estende per 878 chilometri, attraversando Grecia, Albania e il mare Adriatico prima di arrivare allo snodo pugliese di Melendugno.
“Le prime molecole di gas hanno raggiunto in giornata sia la Grecia e la Bulgaria, attraverso il punto di interconnessione con la rete DESFA a Nea Mesimvria, sia l’Italia, attraverso il punto di interconnessione tra TAP e Snam Rete Gas (SRG) a Melendugno”, ha annunciato l’azienda con sede in Svizzera.
“TAP è ora parte integrante della rete di distribuzione del gas del continente e contribuisce significativamente alla transizione energetica in atto, offriamo un servizio di trasporto diretto, sicuro e a costi competitivi lungo la nuova rotta del Corridoio Meridionale del Gas, che attraverso i Paesi del sud est europeo raggiunge tutto il continente”, ha detto Luca Schieppati, Managing Director della società, parlando di “giornata storica”.
“L’inizio delle forniture fisiche di gas costituisce una pietra miliare per il mercato energetico europeo”, ha aggiunto Marija Savova, Direttore Commerciale della TAP.
Il gasdotto fa parte del Corridoio Meridionale del Gas, che trasporta in Europa il gas azero. Si collega al TANAP, il Trans Anatolian Pipeline, alla frontiera greco-turca e poi attraversa il nord della Grecia, l’Albania e il Mare Adriatico prima di approdare nel sud Italia. È qui che il gasdotto si connette alla rete di distribuzione italiana.
“Il Corridoio Meridionale del Gas – si legge sul sito della TAP - favorisce la sicurezza energetica dell'Europa, la progressiva integrazione dei mercati e il percorso di decarbonizzazione intrapreso dall’Unione”.
L’azienda già guarda al futuro. La prossima estate, infatti, entrerà nel vivo la seconda fase nel market test “che consentirà la futura espansione di TAP, raddoppiando la capacità di trasporto del gasdotto fino a 20 miliardi di metri cubi annui”.
La costruzione del gasdotto è iniziata in Grecia nel maggio del 2016. La realizzazione del tratto tra la Grecia e l’Italia, secondo i dati riportati dall’Agenzia Agi, è costato quattro miliardi di euro.
Nel 2019 è stata avviata l’installazione di 105 chilometri di tubi offshore nel mar Adriatico, fino a 810 metri sotto il livello del mare. Soltanto un anno fa è stato ultimato il posizionamento del microtunnel lungo 1564 metri sulla spiaggia di Melendugno. L’allaccio con la rete nazionale italiana avviene a Mesagne, nel Brindisino, con un tubo lungo 55 chilometri.
Negli anni sono andate in scena numerose proteste animate dal comitato No-Tap, che ha organizzato diverse iniziative che a volte sono sfociate in vere e proprie rivolte per ostacolare i lavori di costruzione.
Contrario all’opera anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che ha portato la multinazionale Tap in tribunale. Anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, aveva proposto di spostare il punto di arrivo del gasdotto più a nord.
Nel 2018 è stato il premier Giuseppe Conte a mettere la parola fine alla controversia spiegando come rinunciare all'opera avrebbe avuto “costi insostenibili”.
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